lunedì 17 novembre 2014

IL METODO MONTESSORI DIVENTA INTERATTIVO: DALLE "FAVOLE" ALLE APP E AL DESIGN TECNOLOGICO

Nella città natale della grande pedagogista il 28 e 29 novembre studiosi di tutti i Paesi a confronto per capire come lavagne interattive, tablet e app possano essere efficacemente utilizzati nel rispetto del percorso educativo indicato dalla scienziata di Chiaravalle: permettere al bambino di autoeducarsi, rispettandone tempi, interessi e creatività.Il metodo Montessori diventa interattivo dalle "favole" alle app e al design tecnologico
Quando Maria Montessori pubblicò i primi scritti sul suo metodo, più di 100 anni fa, i computer non esistevano. Eppure "molti materiali montessoriani sembrano un'anticipazione del digitale, è incredibile per esempio come sia riuscita a spostare sulle forme concetti di matematica", assicura Tommaso Ragnisco, direttore artistico della prima trasposizione digitale della "favola cosmica", un grandioso racconto che parte dal Big Bang per arrivare all'uomo, una sorta di "genesi laica" pensata per spiegare ai bambini le origini dell'Universo, della Terra e dell'umanità. La app verrà presentata il 28 e il 29 novembre al convegno "I processi cognitivi, le tecnologie interattive e il metodo Montessori", che si terrà al Teatro Valle di Chiaravalle, città natale della grande pedagogista, con la partecipazione di esperti in arrivo da ogni parte del mondo. 

Il metodo Montessori si applica infatti in oltre 20.000 scuole di tutti i continenti: tra i relatori stranieri ci sono il direttore esecutivo dell'Association Montessori Society di New York, Richard A. Ungerer, tra gli italiani il presidente dell'Accademia dei Lincei Lamberto Maffei. La domanda alla quale gli esperti cercheranno di dare una risposta è come il metodo montessoriano può avvalersi efficacemente dell'apporto delle nuove tecnologie, mantenendo la propria struttura e la propria forza. Magari dando una mano a tutte le scuole che utilizzano lavagne interattive e iPad: le sperimentazioni sono all'ordine del giorno, racconteranno infatti la propria esperienza con tablet e app alcuni rappresentanti dell'istituto comprensivo Bruno da Osimo (di Osimo, in provincia di Ancona), inserito dal ministero dell'Istruzione tra le "22 eccellenze educative nazionali per le sperimentazioni e i progetti di innovazione della didattica anche attraverso le nuove tecnologie". 

"Prima ancora di sapere come utilizzare l'iPad, parliamo di processi cognitivi. L'aspetto interessante delle tecnologie attuali è che sono interattive: quando mia figlia era bambina, guardava i cartonianimati, ponendosi come spettatore passivo. Adesso possiamo fare in modo che i bambini interagiscano, costruiscano un loro percorso di formazione, di autoeducazione. Altrimenti il rischio è che si possa tutti essere fagocitati da questi strumenti", osserva Lucio Lombardi, direttore della fondazione Chiaravalle-Montessori.

Il progetto naturalmente ha subito suscitato l'attenzione della Apple, che parteciperà al convegno con alcuni workshop. Anche se a realizzare la prima app "montessoriana" è stato invece il team di educatori-tecnici dell'associazione romana "Tabula Fabula", che sperimenta continuamente il proprio lavoro presso la scuola primaria di via Tito Livio, a Roma. "Il lavoro - spiegano gli autori - si è avvalso della sinergia di diverse figure professionali, educatori, designer, animatori, programmatori, che hanno dato vita a un prodotto sicuro e di altissima qualità, che accompagna i bambini all'esplorazione delle potenzialità digitali in un contesto protetto dalle insidie della rete e dai rischi che potrebbero conseguire a una condivisione indiscriminata e fuori controllo. Una favola sempre nuova da inventare con i genitori, in alternativa alla semplice lettura di una storia, ma anche un gioco che il bambino può gestire in totale autonomia, sviluppando sempre più l'aspetto educativo, oltre a quello ludico, con la crescita". La app della favola cosmica è già stata tradotta in dieci lingue, le principali europee più cinese e giapponese. 

La modernità del metodo Montessori non sta soltanto nella costruzione di percorsi autonomi di istruzione che permettono al bambino di apprendere anche da solo, nel rispetto dei propri tempi e dei propri interessi, ma anche nella predisposizione di uno spazio a misura di bambino che è parte integrante del sistema educativo. Una sedia non è appena una sedia, le pareti sono suddivise per aree scientifiche, anche la luce gioca un ruolo fondamentale: è stato detto che in questa visione dello spazio e nella creazione dei "materiali" didattici Maria Montessori ha anticipato il moderno design. E infatti due architetti di Flowerssori, azienda che progetta mobili ecologici per bambini ispirati al metodo Montessori, presenteranno un "Format di Scuola Chiaravalle Montessori", cioè una scuola modello, spiegano Hans Kruger Goffi e Angelica Meucci, "che non sia solo a misura di bambino, ma anche sensoriale, innovativa, esteticamente accattivante ed economicamente sostenibile". Cioè economica: è difficile immaginare le scuole italiane che investono in nuovo mobilio. Eppure, i visitatori potranno vedere in pratica come è fatta una scuola dove banchi e sedie non sono rimediati e in avanzato stato di deterioramento ma vengono pensati e costruiti "per potenziare le capacità cognitive del bambino".

Fonte: http://www.repubblica.it/

mercoledì 12 novembre 2014

La scuola digitale aumenta il gap tra insegnanti e alunni

A sostenerlo, è Glocus, il think tank presieduto da Linda Lanzillotta, attraverso lo studio "Scuola 2.0, innovazione dei modelli didattici e nuove tecnologie per la scuola del futuro" presentato in Senato il 12 giugno di quest'anno. 

Senza un'adeguata formazione i docenti sono i nuovi Peter pan nell'era digitale, mentre gli studenti sono nativi digitali. A rischiare di non crescere - avverte il rapporto Glocus - "è soprattutto il docente che non ha gli strumenti operativi per confrontarsi con i nativi digitali: ecco perché anche un turn-over qualificato nel corpo docente sarebbe auspicabile insieme ad una serie di policy per rimettere in moto la scuola digitale, come linee guida che prevedono la rivalutazione dell'insegnante incentivando il valore della formazione e della valutazione continua insieme ad un programma nazionale che rilanci davvero i poli formativi e l'utilizzo di internet nel metodo d'insegnamento". Ma - sottolinea lo studio - non è solo un problema di mancanza di strumenti digitali, occorre ripensare anche il metodo d'insegnamento nell'era digitale: "Un metodo che non tema più, ma che piuttosto valorizzi - si legge nello studio - la strumentazione tecnologica disponibile oggi, potenziando al tempo stesso l'autonomia nello studio e la formazione di un autonomo profilo culturale". Insegnando ai "ragazzi come muoversi nel complesso mondo digitale, come gestire proficuamente e scientificamente l'enorme flusso di informazioni presenti nella rete".


"Dobbiamo mettere in atto una serie di politiche perchè si sviluppi una consapevolezza nuova: considerare finalmente gli strumenti digitali parte dei servizi essenziali della scuola, come l'acqua e la luce".


Articolo tratto dal sito Internet: www.tecnicadellascuola.it


martedì 4 novembre 2014

INTERNET E'...


Pensando ad un’immagine che potessi paragonare al mondo virtuale di Internet, quella che mi è balenata in mente senza troppi indugi, è stata quella di una piazza. Una piazza che ho battezzato con il nome di: PIAZZA DEL WEB!

Una piazza famosa, grande e colma di persone..alcune di queste si conoscono e scambiano lunghe chiacchierate, magari davanti un buon caffè .

Molti altri ancora sono turisti che si affacciano per la prima volta in quel posto, fotografano cercando di memorizzare nella loro mente ogni piccola bellezza, qualsiasi dettaglio curioso; chiedono informazioni e socializzano con i nativi del posto! 

Altri ancora sono li per fare acquisti stando attenti ai prezzi e cercando la migliore offerta; è c’è chi semplicemente girovaga senza pensare a nulla, passeggiando e ascoltando tutti i rumori che solo una piazza super affollata può regalare!

Insomma, in una piazza, si chatta, si fa ricerca, si creano nuovi contatti e nuove conoscenze, si ascolta musica (il vocio delle persone, quella più forte!), si fanno acquisti e si scattano foto.

Da quella piazza si diramano tante strade, ognuna di essa, se percorsa, può far raggiungere tanti altri siti!

Questa per me è la metafora di Internet…